23 apr 2011

ONE MAN IS AN ISLAND



Spesso è abitudine comune che noi, nel tentativo di semplificare il complesso e a volte faticoso rapporto quotidiano con gli altri, adottiamo degli schemi mentali che prescindono completamente da una presa di coscienza delle singole individualità.

Capita così che attribuiamo a costoro, e il discorso vale sopratutto per tutti quelli di cui non riusciamo a capire bene la formazione culturale e sociale,   l'appartenenza a immaginarie categorie di comodo per le quali crediamo di aver ben individuato le principali caratteristiche.

Ed è fatale che, con simile logica, alcune categorie assumano inevitabilmente pericolose connotazioni negative e che, nella nostra mente scattino perverse similitudini quali clandestino=delinquente, zingaro=ladro, gay=pervertito e così via.

Questa modo di pensare, becero e facilone, ha già trovato asilo in sede scientifica e politica e mi riferisco a Cesare Lombroso, medico, antropologo, criminologo e giurista italiano che accostava caratteristiche fisiche a difetti mentali e comportamenti ereditari, alle famigerate leggi fasciste per la difesa della razza, e a tutta la terrificante dottrina nazionalsocialista legata al termine tedesco "untermenschen" (lett. subumani).

Queste teorizzazioni sono state all'origine di indicibili tragedie umane. One man is an island recita un vecchio motto inglese, ebbene, cerchiamo di sbarcarci su quest'sola e di esplorarla al fine di conoscerne la sua vera e intima natura

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